Un paese che non investe nella scuola è un paese che non può avere un futuro. Molte volte ci siamo detti questo, molte, troppe volte. Se questo in Italia è diventato una fotografia della realtà, a Napoli c’è di più. Nella capitale del sud oltre al taglio delle cattedre c’è anche la questione della inadeguatezza delle strutture scolastiche che fa diventare l’insegnamento una vera e propria Parigi-Dakar. Ma si sa a Napoli c’è l’arte di arrangiarsi, un’arte che oramai è diventata sistema. È così anche nella scuola elementare di Ponticelli che ha un nome emblematico: Eduardo De Filippo. Lì dove oltre al taglio degli insegnanti c’è la mancanza di strutture, di suppellettili, etc etc le insegnanti si sono attrezzate. La scuola cadeva a pezzi? I bimbi ci hanno messo la faccia. “Dopo anni di tagli alle risorse scolastiche siamo costretti a chiedere alle famiglie di acquistare matite, pennarelli, persino la carta igienica ed il sapone, ma tra i nostri genitori molti fanno fatica ad arrivare a fine mese. Cosa fare? Ci siamo inventi il calendario dei ragazzi. Un calendario fatto da noi insegnanti che vede come protagonisti i nostri alunni” sono le parole di Marcella Amato da 35 anni insegnate del plesso Madonnelle di Ponticelli alla Eduardo De Filippo. Tante le difficoltà ma il sorriso di Marcella mette un po’ di luce in una terra buia. “Con i fondi raccolti dalla vendita del calendario, 1800 euro, abbiamo comprato subito le lavagne” continua la vulcanica insegnante “ la risposta dei bambini nel vedere lavagne nuove? Le ha portate Babbo Natale”. Dove non arrivano le istituzioni arriva il cuore delle insegnanti, del dirigente scolastico, dei genitori ed il dolce sorriso dei bambini. Napoli è una città straordinaria che va avanti nonostante tutto.
Tonino Scala
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