“Nessun referendum per la ferrovia, né per altro”. Servirebbe un pernacchio dopo questa affermazione ma già penso alla risposta: Lei non sa chi sono io. Le dichiarazioni del primo cittadino mi preoccupano. È vero siamo abituati alle sue esternazioni, alla fatwa quotidiana che lancia oggi a questo, domani a quello. Oramai nessuno fa più caso alle sue armi di distrazione di massa. Comunicati costruiti ad arte per distogliere l’attenzione dai problemi della città. Una volta la minigonna, poi l’indice medio e si potrebbe continuare all’infinito. Oggi però, con le sue ultime due affermazioni, devo essere sincero, si è superato: nessun referendum e la richiesta di provvedimenti disciplinari per gli studenti che hanno aderito ad uno sciopero. Mancava, lo prenda come un consiglio, la richiesta di abolizione delle consultazioni elettorali per i prossimi venti anni, la sculacciata per chi partecipa agli scioperi e… domani venga accompagnato dai genitori. Ma ci faccia il piacere! La vicenda del referendum però, per un uomo delle istituzioni, eletto in modo democratico, che ha giurato lealtà alla Costituzione, mi sembra spropositata. Vorrei ricordare al sindaco della mia città che il referendum è previsto dall’art.27 dello Statuto Comunale e recita così: Il referendum consultivo è istituto di partecipazione popolare previsto dalla legge e disciplinato da proprio regolamento. Un uomo delle istituzioni non può affermare ““Nessun referendum per la ferrovia, né per altro”, non è lui che lo stabilisce. Può certamente dire me ne sbatterò del risultato qualora si riuscisse a farlo arrivare in porto con un effetto positivo. Questa conseguenza sarebbe la summa dell’atteggiamento avuto fin ora, in coerenza con lo stile dell’uomo sanguigno che abbiamo imparato ad apprezzare in questi anni. Il referendum è consultivo, l’eventuale responso può non essere preso in considerazione da chi governa. Questo può essere non condivisibile ma legittimo. Affermare però “Nessun referendum per la ferrovia, né per altro” è non rispettare uno strumento democratico di cui si è dotato l’assemblea cittadina. Poiché non è nelle sue facoltà concedere o meno un referendum previsto da una norma statutaria, se fa affermazioni di questo tipo caro sindaco, un pernacchio deve aspettarselo!
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