di EMILIO VITTOZZI
Non si contano più… Ogni giorno i mass media danno notizia di un femminicidio: di donne, cioè, violentate, seviziate ed ammazzate da mariti, fidanzati, amanti che dicevano di amarle…
Non si contano più: a Nord e a Sud, a testimonianza che è un serio, drammatico problema nazionale, assolutamente non esclusivamente meridionale! Colpa di uomini (?) che non accettano la fine di un rapporto, che credono di essere “padroni” della donna che sta al loro fianco, che considerano la donna “schiava” dell’uomo…
E non si contano più le panchine rosse installate in ricordo di queste vittime: una panchina rossa contro la violenza sulle donne.
Si stanno installando dovunque perchè dovunque è avvenuto un femminicidio.
Con questo simbolo, rosso come il loro sangue, rosso come la passione, rosso come l’amore, la donna uccisa resterà per sempre in vita…
L’ultima panchina rossa è stata installata nel cortile dell’Ospedale Pellegrini alla Pignasecca: è dedicata ad Irina Maliarenko, una donna ucraina, di soli 39 anni, morta per le gravissime percosse inflittele dal suo compagno.
La vicenda è nota a tutti: Irina fu ricoverata proprio quando il pronto soccorso dell’Ospedale Pellegrini veniva devastato da persone accorse per la morte di un minore ucciso da un proiettile esploso da un carabiniere durante il tentativo di rapina messo in atto dal ragazzo. Irina era ricoverata nel reparto di rianimazione per le botte del compagno: non riuscì a sopravvivere.
All’inaugurazione hanno partecipato la mamma di Irina ed Igor, Elisabetta ed Anastasia, i tre figli della trentanovenne: ma come faranno a credere nell’Amore dopo che hanno visto la violenta fine della madre?
Ciò che colpisce in questi casi che quasi mai, per non dire sempre, le pene agli assassini non sono mai forti, definitive, esemplari: molti di loro, dopo poco, riacquistano la libertà.
Quella che hanno tolto alla donna che era al loro fianco…
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