Oggi è un giorno di festa, ma i cantautori non vanno in vacanza.
Noi cantautori, cantori degli ultimi condividono anche nel giorno di pasquetta, sensazioni, emozioni e drammi. Il dramma familiare non si esterna mai, ma in questo caso mi è sembrato opportuno socializzare questa tragedia. A volte basta una chitarra tre accordi e i drammi diventano poesie cantate, urlate al vento… un canto un inno di liberazione.
Lo avevo lasciato ieri sera alle tre.
Era lì, nascosto, dietro al tortano, poi la sveglia biologica mi ha dato il buongiorno alle 6 e… non c’eri più. Qualcuno si era svegliato prima e… no, non si fa.
Spettava a me.
Lì c’era la fatica di mammà mia.
Potevi prenderti la pizza di crema, buonissima tra l’altro di tua madre, la ‘gnora mia.
E invece… io non l’avrei mai fatto. Lo giuro sul caciocavallo podolico di Bagnoli irpino.
No, non si fa… l’urdeme muorze spettava a me.
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