Risposta al segretario di Officina Democratica Peppe Giordano
Caro Peppe,
ho letto con attenzione la tua nota e con grande affetto e ingenuità affermo di non aver capito. La vedo fuori tema, rispetto alla questione posta, distante dall’appello che ho lanciato ai consiglieri regionali. Caro Peppe saprai benissimo che per me il Put non è un tabù, l’unica modifica fatta nel corso degli ultimi venti anni è stata realizzata materialmente dal sottoscritto. Riguardava, se ricordi, lo sviluppo di un’area ovvero la nostra, per consentire a quelle aziende che fanno parte del consorzio per il provolone del monaco, di poter adeguare e costruire stalle. Tutto fu fatto con criterio per non consentire ai furbi di poter fare una stalla e trasformarla in casa, allegato c’era il progetto, c’erano dei paletti ben precisi etc, etc. È il tuo mestiere caro Peppe e sai bene di cosa sto parlando. Quello era sviluppo e intervenni a mio avviso in modo oculato. Nel caso in questione non ho capito di quale sviluppo tu stia parlando e di quale conservazione dell’esistente. Lo sviluppo non è cancellare una norma che nel bene e nel male ha tutelato un territorio. Caro Peppe tutelato e non ingessato, oggi è possibile con varianti intervenire. Sai bene però che si fa una variante quando si presenta un progetto che serve alla città, un progetto che ha delle finalità ben precise, un progetto, diciamo, che fa del bene al territorio, se così possiamo dire. Sai bene che con il piano casa previsto dalla regione, basta una semplice comunicazione per trasformare capannoni in città. Sai bene che da anni c’è un gruppo di pseudo imprenditori che vuole con una semplice lettera creare città senza standard. Sai bene che su quest’atto c’è stata la rottura della precedente amministrazione. Una rottura perché c’era un gruppo che riteneva che quel provvedimento contrastava lo sviluppo? No c’era qualche imprenditore che aveva materialmente acquistato qualche consigliere comunale, una buona parte di quelli che poi fecero il salto della quaglia. Mi auguro che prima o poi la magistratura su questa vicenda intervenga. Sai non sono mai stato giustizialista o per la via giudiziaria al socialismo, ma quando la politica non è lungimirante non ci resta che la magistratura. Se poi vogliamo dirla tutta, l’idea del centrosinistra di allora, e spero anche di oggi, non era ingessare o bloccare tutto. Era una posizione chiara e non ideologica: bisogna costruire sulla fascia costiera per recuperare volumi? Bene si facciano attività legate allo sviluppo ovvero alberghi, terziario etc etc. Si creino posti di lavoro, perché se non ce ne siamo ancora accorti, la nostra terra ha bisogno di lavoro. Nessun tabù o visione integralista anzi sviluppo, quello vero, non speculazioni legate alla costruzione di appartamenti che non servono alla città. Non so se ricordi che si era prevista anche la delocalizzazione per le imprese, anzi prevedendo finanche aumento di volumetrie. È tabù questo? È visione integralista? A mio avviso è scegliere nell’interesse della città e non di qualcuno che ha come interesse primario le sue casse, non quelle di Castellammare. A mio avviso si sta provando a cancellare dal Put solo ed esclusivamente un pezzo del territorio, che guarda caso, coincide con le aree escluse da quella legge becera che è il piano casa, non nell’interesse della città, ma di pochi: sempre gli stessi. Peppe sai bene che non ho mai espresso giudizi negativi su una legge nazionale che prevedeva aumento di volumetrie per singole abitazioni: il piano casa del governo Berlusconi. Sono stato e continuo ad avere un atteggiamento di ripugnanza nei confronti di chi vuole costruire città senza criteri, senza standard, urbanistici. L’uomo è il territorio in cui abita, già troppi sono stati i disastri in Campania ed in provincia di Napoli. Quello non è a mio avviso sviluppo, bensì speculazione. Questo ha rovinato negli ultimi sessanta anni un territorio unico al mondo. Con la decrescita che abbiamo, con la crisi che è in atto chi dovrebbe comprare case? Chi ha la possibilità di fare un investimento di questo tipo? E il recupero dell’esistente? Quando parleremo di questo? Peppe dopo aver letto la tua nota posso affermare che le cose sono sostanzialmente due:1- hai frainteso ciò che ho scritto; 2- sei convinto che in quell’area gli imprenditori con la deregulation possano costruire case senza una concezione d’insieme e senza standard urbanistici. Nel primo caso, nulla quaestio, amici come prima. Nel secondo caso, amici come prima, ma c’è un problema politico. Peppe se questa è l’idea di Officina Democratica dubito che ci possano essere per il futuro intese per ricostruire un centrosinistra a Castellammare. Abbiamo idee distinte e distanti. Se questa è l’idea di sviluppo che ha la forza politica che rappresenti, è stato un bene che Officina Democratica abbia partecipato con un proprio candidato sindaco alle scorse elezioni. Mi dispiace sul piano personale, ci conosciamo da molti anni, siamo amici, abbiamo fatto un pezzo di cammino insieme, ma le strade dovevano dividersi, siamo troppo diversi. Mi auguro dopo l’ultimo consiglio comunale che questa non sia la posizione anche del Pd, altrimenti ci sarebbero serie difficoltà a poter pensare, di ripresentarci insieme al governo della città. I papocchi non hanno mai aiutato, figuriamoci in un memento difficile come questo. Servono forze omogenee che si candidano a trasformare la città con una visione d’insieme e una sinistra, un centrosinistra non legato al cemento per il cemento. Non di sole case vive l’uomo, nessun tabù ma sviluppo che non significa assalto al territorio.
Tonino Scala
Leave a Reply