La vita è strana. Fino a qualche giorno fa le mie idee erano vecchie. Ero un agit-prop che voleva difendere l’esistente. Che se la prendeva con le imprese, con gli imprenditori perché stalinista e vecchio. Volevo difendere l’indifendibile per molti . Attacchi, menzogne e poi per fortuna oggi tutti a difendere gli operai dell’Avis e a ribadire che non bisogna essere supini. Non è mai troppo tardi diceva era il titolo di una trasmissione che ha insegnato nel dopoguerra l’italiano agli italiani. La vicenda è complessa si è giocato con il fuoco e quella che era una polveriera oggi sta esplodendo. Difendere i livelli occupazionali è l’obiettivo principe per chi ha buon senso ed ha cuore interessi collettivi. L’unico rammarico è che la città ha due anni di ritardo sul masterplan su Più Europa. Si poteva da subito attivare la cabina di regia per intervenire così come prevede il Più Europa per tutti i comuni al di sopra del 50.000 abitanti. Ma non è questo il tempo per le polemiche. Bisogna fare presto. Bisogna ragionare sul futuro della città che veda difesa dei livelli occupazionali e scelte chiare che possano creare nuovi investimenti e posti di lavoro. Con l’impresa si dialoga, si concerta, ma non si subiscono i ricatti(l’ultimo quello del gruppo De Luca in queste ore). Il tema è riqualificare aree depresse, dismesse, fin qui nulla quaestio. La questione è cosa fare e come farlo. Solidarietà per gli operai ma solo questa non basta servono scelte chiare e concrete. La città, la provincia di Napoli ha bisogno di un piano di sviluppo serio che definisca con chiarezza e con una prospettiva di insieme quale deve essere il futuro del territorio e dei lavoratori. La nostra città ha bisogno di lavoro.
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