Egregio assessore le chiedo scusa non era mia intenzione parlare a nuore per far intendere la suocera! Lungi da me, lo dico senza ironia, utilizzare questi mezzi. Ho delle idee, giuste o sbagliate, e sono abituato ad essere chiaro, a farle valere senza sotterfugi quando penso che abbiano la forza per essere sostenute. Ho letto con grande attenzione la sua nota tecnica e le assicuro non c’è da parte mia la voglia dello scontro a tutti i costi con lei, con l’amministrazione che in questo settore rappresenta o con le forze politiche che hanno sostenuto, non il piano casa che sa bene essere poca cosa, bensì quell’idea di città. Avete vinto e dovete governare. Non c’è la voglia dello scontro, c’è semplicemente e pacatamente una visione del mondo, della società, dell’urbanistica e della stessa città di Castellammare, diversa dalla vostra. Tutto qui. Egregio assessore offenderei la sua intelligenza se sostenessi ciò che afferma ovvero che c’è chi è ancorato al passato e non vuole futuro per la città. Sa bene che non è così, tant’è vero che tutti gli atti, in questa complessa materia, che lei e la giunta propone derivano dal Dos approvato nella precedente consiliatura dal centrosinistra. A dir la verità, se proprio dobbiamo dirla tutta, non è la sola cosa approvata dalla precedente giunta che viene utilizzata, c’è continuità amministrativa sulle opere pubbliche. Il tema non è questo e sarebbe fuorviante parlarne. Comprenderà che la questione che provo a porre, non è la vicenda sviluppo, bensì il metodo. Sa bene che non c’è mai stato scontro negli anni addietro sul Dos in città, la rottura con parti dell’impresa e della politica è avvenuta quando si è parlato dell’area oggetto del contendere cartaceo che sta vedendo le pagine dei mass media della nostra città ricca di fiumi di parole, comprese le mie. Lì si è rotto qualcosa su una visione della città, su quelle aree dismesse, sul futuro di quelle aree. Giustamente dopo il passaggio di taluni consiglieri e dopo il sostegno di alcuni imprenditori che in modo legittimo hanno sopportato una posizione, questa amministrazione prova a mantenere gli impegni. Io resto fedele a quella visone di città, quella dello sviluppo previsto dal Dos che lei cita in ogni atto. Uno sviluppo che vede solo un metodo diverso ed anche scelte diciamo così, di diverso indirizzo. Egregio assessore poiché le parole hanno un peso le chiedo, sempre se questo è possibile, di non parlare in merito alle varianti, di puzzo, di “piaceri personali”, sa perché? Perché le varianti vengono approvate in sede legislativa dopo una procedura che vede il coinvolgimento degli enti interessati, compreso il comune. Sarebbe offensivo ricordarle che c’è una differenza tra una delibera di giunta, una delibera consiliare e una legge regionale. Se proprio trattasi di piacere, mi scusi per la battuta, è piacere collettivo, condiviso etx etc. Se lei nelle varianti sente puzzo di piacere, cosa sente nel sapere, nel sentire che prima dell’approvazione del c.d. masterplan, ci sono su internet, su alcuni siti di studi di progettazione stabiesi e non, i progetti che rientreranno nel documento che non so in quale stanza del palazzo si sta’ elaborando? Come chiama le messe scalze che molti consiglieri fanno da questo o da quell’imprenditore nel mostrare benevolenza rispetto a certi progetti? Come chiama lei la corsa alla costruzione di cooperative che nulla hanno a che vedere con la cooperazione? Forse coincidenze? Si coincidenze, semplici coincidenze ben diverse dai piaceri delle varianti approvate in sede legislativa! L’unica cosa che noto è che la città ha due anni di ritardo sul masterplan su Più Europa forse coincidenze! Quello che penso è che questa visione urbanistica è vecchia. La mia città ha già visto questo film. Penso agli anni 70/80. Cooperativa Sant’ Agostino docet. Da anni è vivo il confronto tra sostenitori della “urbanistica regolativa” e “urbanistica concertata”. Ritengo che si debba trovare un giusto connubio tra le due cose. In medio stat virtus dicevano i latini. Non sono rigido, vecchio, stalista, comunista(forse un po’ comunista si!) ho però, questo si, una concezione un po’ antica non sono per l’ intervento del privato come ‘ rimedio’ alle mancanze del settore pubblico. Sarebbe una sconfitta per i cittadini e per la politica. Penso che le decisioni si debbano prendere nei luoghi deputati e non negli studi di progettazione, nelle stanze di qualche imprenditore. Con l’impresa si dialoga, si concerta, ma non si subiscono i ricatti(l’ultimo quello del gruppo De Luca in queste ore). Sono per una urbanistica integrata che riqualifichi il territorio, le aree depresse e rilanci lo stesso. Per fare questo deve esserci una visione d’insieme, che non vedo. Tutto qua. Il piano casa egregio assessore lo conosco fin troppo bene, ho lavorato per mesi e mesi a quella legge quando ero in consiglio regionale. Non so se ne è a conoscenza che i tre anni da lei citati nella nota, sono una mediazione tra il mio emendamento che prevedeva 5 anni e la proposta della giunta che prevedeva zero anni. Non so se sa che per raggiungere l’obiettivo del limite dei 15.000 metri quadri, poi cancellati dalle modifiche apportate successivamente, ci son volute riunioni interminabili, l’idea era ben altra! So anche dei 5000 vani entro il 2017 previsti sempre dal documento Giunta Vozza. Il tema è come farli! Qui non ci troviamo!!! Se permette anche sul dove. È proprio necessario farli sulla costa! Questa la mission per lo sviluppo? E se sente puzzo nelle varianti, qui che sente, cosa vede: sviluppo? Come vede continua ad utilizzare procedura e scritti già utilizzati, che prevedevano sviluppo, lo stesso che lei oggi propone, nulla di nuovo. Nuovo il metodo. La differenza è sul come e dove. Il metodo, benedetto metodo! E poi nei 5000 vani ci sono per caso già le case abusive da condonare o deve approfondire meglio la questione? Come lei dice si utilizzeranno standard allora perché farlo con strumenti straordinari? Perché città come Salerno governata da De Luca fa questo da anni ma con strumenti ordinari? Se è possibile farlo quindi con gli standard perché utilizzare altri strumenti da quelli prevista da una legge ordinaria? Il tema è riqualificare aree depresse, dismesse, fin qui nulla quaestio. La questione è cosa fare e come farlo. Non condivido la vostra visione e il vostro progetto. Ritengo che la priorità non siano le case. Semplicemente questo. Glielo dico con rispetto per il ruolo che riveste. Quanto al Put ripeto per l’ennesima volta ciò che penso. Castellammare la linea di costa ha bisogno di altro sviluppo, concertato con le imprese ma con la testa che pensa al pubblico, alla cosa pubblica e all’interesse della città. Il Put è servito a tutelare, in qualche modo, un paesaggio unico al mondo. Il Put non ha ingessato, ha tutelato la mia città. Se quello è uno strumento vecchio perché non lo si modifica con gli strumenti ordinari, seri, veri. Invece si usano mezzucci miseri. In una legge che ha come titolo la tutela ambientale per 14 articoli al quindicesimo articolo si cancella il Put per Castellammare e per Cava dei Tirreni, senza una discussione e si prova a sventrare l’ultima parte di costa e di territorio rimasto. Questa terra sempre a mio avviso merita rispetto. Almeno quello di una legge concertata! Sa come si arriva alla approvazione di una norma, audizioni, coinvolgimento sindaci, urbanisti etc etc. tutto questo è stato fatto ma su una legge che parla di tutela dell’ambiente. Le sembra serio! Per me questo è e resta un gesto criminale, un attentato all’ambiente. Le cose le si fanno alla luce del sole. La città, la provincia di Napoli ha bisogno di un piano di sviluppo serio che definisca con chiarezza e con una prospettiva di insieme quale deve essere il futuro del territorio.
Chiedo scusa per averle rubato del tempo prezioso. Colgo l’occasione per augurarle un buon lavoro.
Tonino Scala
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