C’è il sole, il sole che illumina il dì dopo la tempesta. Una tempesta che ha messo in bella mostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, il nostro esser fragili. C’è il sole, il sole che ti fa vedere il mondo scuro più chiaro, non per capirlo, non per vederlo, ma per darti le giuste endorfine per affrontarlo. C’è il sole, il sole che illumina una strada bagnata ieri sera dal sangue in una delle tante periferie di una città centrale nella periferia del mondo. C’è il sole che libera, il sole che ti accarezza come il diavolo, il sole che scaccia via i cattivi pensieri, il sole che prima o poi ti gira la faccia. C’è il sole, il sole alle rotonde e col sole ritorna il colore tra l’erba alta e i cartelloni pubblicitari buttati giù dal vento. Col sole ritornano anche i colori del mondo che qui sanno di nero, quel nero colore della pelle, quel nero che non vediamo, quel nero che facciamo finta di non vedere, quel nero che disprezziamo perchè leggermente più nero di noi, quel nero di chi cerca, auspica di essere sfruttato anche oggi alle rotonde della vita per poter mangiare. Ma oggi c’è il sole, il sole dopo la tempesta che ti fa vedere anche il nero meno nero, quel sole che ti dà quel non so che per affrontare i giorni. C’è il sole… ed è quello che ci fa fessi!
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