“La Repubblica” di venerdì 7 agosto 2015 ha pubblicato un’interessante intervista a Sunao Tsuboi, novantenne, sopravvissuto alla bomba di Hiroshima.
Si è presentato alla cerimonia dell’anniversario con il nipote Nakano, di 12 anni. Il perchè è ben spiegato nel corso dell’intervista.
“Ancora dieci anni al massimo, poi anche noi saremo anime, ricongiunte ai nostri genitori, ai fratelli e agli amici scomparsi settanta anni fa. Allora non ci sarà più nessuno a provare che qui l’impossibile è stato possibile.” è un’affermazione di una chiarezza estrema. Il ruolo fondamentale di chi deve lasciare una traccia, un ricordo, affinchè ciò che è stato non venga dimenticato…
“Perchè il tempo cancella la memoria, e quando la memoria finirà l’irripetibile potrà ripetersi” è il leit-motiv che “anima” l’arzillo novantenne.
“I documenti possono essere distrutti facilmente, sterminare i testimoni è più impegnativo” è la lucida chiusa del sopravvissuto.
“Non facciamo nulla per la pace” è la sua convinzione, per questo motivo “Affideremo la nostra storia ai bambini: solo loro amano la vita.”.
Una intervista che, nonostante il caldo di questi giorni, fa venire la pelle d’oca…
Così la mia mente è andata alla bomba di Bologna del 2 agosto, a tutte le bombe scoppiate negli anni del terrorismo nazifascista, ai campi di concentramento frutto di teorie sul superuomo, a tutti quegli avvenimenti che si cerca di nascondere o, addirittura, negare…
D’altra parte il “partito dei negazionisti” esiste in Italia e in ogni altro paese del mondo…
E’ cosa nota che se non c’è memoria storica non c’è nè presente, nè futuro!
E dimenticando si ri-propongono teorie assurde, inumane, allucinanti, razziste, come i campi di concentramento, i lager o l’affondare i barconi di poveri sventurati che fuggono dai loro paesi per un futuro almeno decente che, molto spesso, si traduce in morti per annegamento o reclutamento per la malavita organizzata…
E dimenticando si ri-propongono teorie assurde, inumane, allucinanti, razziste, come i campi di concentramento, i lager o l’affondare i barconi di poveri sventurati che fuggono dai loro paesi per un futuro almeno decente che, molto spesso, si traduce in morti per annegamento o reclutamento per la malavita organizzata…
EMILIO VITTOZZI
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