Con Claudio Fava vicepresidente commissione antimafia
nei comuni sciolti per infiltrazioni camorristiche
Si è appena concluso il viaggio in Campania con il vicepresidente della commissione antimafia, non un tragitto sulle tracce di Johann Wolfgang von Goethe, ma un itinerario che ha toccato molti dei comuni sciolti per infiltrazioni camorristiche. Tante le tappe, tanti gli incontri, tanti gli uomini e donne che hanno chiesto di voltare pagina. Si inizia da Gragnano, città della pasta. Il Sindaco era Annarita Patriarca, il marito Enrico Martinelli Sindaco di S. Cipriano d’Aversa, arrestato nelle settimane precedenti allo scioglimento per associazione camorristica. Entrambi i comuni sciolti per lo stesso motivo. Per 241 volte il Consiglio dei Ministri ha azzerato le giunte a causa dell’influenza della criminalità organizzata negli atti amministrativi, 4 sono state le aziende sanitarie sciolte per lo stesso motivo, mentre 20 di questi decreti di scioglimento sono stati poi annullati. L’anno col maggior numero di provvedimenti di questo tipo è stato il 1993, con 31 decreti di scioglimento, mentre nel 1995 sono stati tre. La regione maggiormente colpita dagli scioglimenti dei comuni per mafia è la Campania con 95 decreti di scioglimento, seguita da Calabria (72), Sicilia (61) e Puglia (7). A fare compagnia alle regioni del nord con giunte azzerate, quindi Piemonte, Lombardia e Liguria, si trova il Lazio, il cui comune di Nettuno è stato sciolto nel 2005 dall’allora ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu. Dodici anni prima era stato sciolto l’unico comune della Basilicata, Montalbano Jonico su proposta dell’ex ministro Nicola Mancino poi accolta dal Consiglio dei Ministri del governo Ciampi. Seconda tappa incontro in Procura della Repubblica con il Procuratore dott. Giovanni Colangelo e procuratori aggiunti. Ormai, in Campania, è vera e propria emergenza democratica. Le parole dei magistrati che quotidianamente si sporcano le mani, non lasciano di stucco la delegazione formata da Salvatore Vozza coordinatore regionale di Sel, Tonino Scala(chi scrive) dipartimento legalità, Dino di Palma direzione nazionale Sel, il sen. Peppe De Cristofaro commissione antimafia, e l’on. Arturo Scotto segreteria nazionale, ma un po’ interdetti si! “L’austerity non può e non deve colpire anche la giustizia in una terra dove la corruzione fa da padrone” le parole di Claudio a margine dell’incontro alla stampa. Parole quelle di Fava, che sintetizzano lo stato d’animo dei partecipanti all’incontro. Poi la volta di Chiaiano, della famosa discarica in quella è la collina delle ciliegie. Alberi in fiore accolgono, insieme a cittadini e comitati, in un bene confiscato alla camorra, dove si produce una marmellata di pesca e ciliegie dal sapore unico. Tante le perplessità, tanti gli interrogativi, tanta la voglia di verità e giustizia in una terra che per anni è stata mortificata. Chiaiano confina con Marano sciolta erroneamente per infiltrazioni. È accaduto anche questo in provincia di Napoli. Commissariamenti usati anche come strumento di lotta politica. Si scioglievano i comuni sul fumus, sul nulla. Una vicenda complessa quella dei comuni sciolti! Spesso le Commissioni prefettizie non riescono a superare le ragioni che hanno prodotto gli scioglimenti. Accade, che in un comune sciolto per infiltrazioni dovute a condizionamenti della criminalità organizzata su appalti, trasporti, rifiuti, o quant’altro, i politici vengono mandati a casa, ma i dirigenti restano al loro posto. I commissari una volta insediati, non provvedono alle immediate rescissioni dei contratti con le ditte in odore di camorra, per ripristinare la legalità. Di fronte a questa inerzia, si potrebbe procedere con lo scioglimento delle commissioni straordinarie prefettizie per infiltrazioni camorristiche. Dalla lettura delle relazioni di scioglimento di diversi Comuni è emerso in più di un’occasione, che alle relazioni di scioglimento non corrispondono poi atti consequenziali. Quarta tappa Giugliano, secondo comune della Campania, duecentomila abitanti, 94 km quadrati di estensione e sciolta per camorra. L’incontro è con l’associazione Contro le mafie, un collettivo che da anni insieme al presidio di Libera e a tante altre realtà associative e non ,prova con tutte le difficoltà del caso a parlare di camorra in terra di camorra. In una terra dove il clan Mallardo governa gli affari. In una stanza in piazza Gramsci, al centro della città, con alle pareti foto di Peppino Impastato, Giancarlo Siani, si è parlato delle 5 giornate contro la camorra. Un’iniziativa tenutasi nelle scorse settimane nelle scuole di una città che merita di più. Poi la volta di Casal di Principe, terra di don Peppe Diana. Ad accompagnare Claudio in questa giornata di sole primaverile le telecamere Road Tv Italia, una web tv, che si è contraddistinta, tra le altre cose, per aver dato voce alle vittime innocenti di camorra. Anna Copertino anima di Road, ci ha seguito in questo tour de force contro il tempo, per rispettare tempi e tappe. A Casale presso la sede di NCO, Nuova cucina organizzata, in un bene confiscato e gestito da anni da una cooperativa e dal suo fondatore, Peppe Pagano, Renato Natale mandato a casa dalla camorra 20 anni or sono per i motivi che tutti conosciamo e che prova con una civica a ridare la speranza ad una terra e ad un popolo. Lo scioglimento di un Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche costituisce di per sé sempre un evento doloroso e traumatico. Esistono però circostanze in cui l’intervento dello Stato può e deve essere considerato come l’occasione per aprire uno squarcio di verità, per chiudere una stagione e aprirne un’altra. Casale è stato sciolto per ben tre volte. Andrebbe perciò cambiata la legge 221/96 lavorando alla distinzione tra la componente politica e la parte tecnico-amministrativa; alla non candidabilità del politico in odore di favoreggiamento con la criminalità organizzata. L’attuale legge che regola le norme sul commissariamento degli Enti locali per infiltrazioni mafiose, necessita di una rapida revisione, che ne accresca l’incisività e ne impedisca un uso arbitrario e strumentale. Ultima tappa Castel Volturno, località Pinetamare. Terra di edilizia, terra di speculazioni sul demanio pubblico e non, terra di sangue. Qui la strage dei ghanesi del 2008. Ad attendere Claudio decine di uomini e donne che proveranno a riprendersi la città nella tornata elettorale alle porte. La giornata è terminata, è il momento del silenzio, quello della stanchezza e delle riflessioni a bassa voce. La lotta alle mafie si fa recidendo con convinzione i legami che tengono uniti gli interessi criminali ai silenzi e alle complicità del mondo politico-istituzionale, dell’imprenditoria, delle professioni. Colpire questa zona grigia, nella quale il confine tra la legalità e l’illegalità diviene sempre più labile, diventa allora condizione necessaria per avviare una nuova primavera, nel nome di quanti, fino ad oggi, hanno sacrificato la loro vita per costruire verità e giustizia. Ne va del futuro di questa terra e della speranza dei giovani.
L’auspicio è che davvero questo momento segni l’inizio di un nuovo percorso di impegno e responsabilità. Gli scioglimenti hanno un senso se riescono a far aprire gli occhi, ad estirpare il cancro della cultura dell’omertà, della delega, dell’indifferenza, se non servono a scuotere le coscienze di una comunità chiamata a ritrovare sé stessa e la propria dignità. Queste tristi vicende devono servire a costruire cittadini, a costruire una classe politica all’altezza del compito. Ora 21:10, stazione ferroviaria di Caserta, il treno è in arrivo con dieci minuti di ritardo. Tanti i manifesti del Pd “ce lo chiede Mario” c’è anche Rossella Calabritto, la figlia di Mario, che sente il dovere di ringraziare Claudio mentre parte. Un grazie a Claudio Fava per questa giornata, per questa sua vicinanza. Per un giorno ci siam sentiti meno soli: Domani è un altro giorno… e si vedrà!
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