Pummarola Meccanica, il nuovo libro di Peppe Lanzetta

Di Emilio Vittozzi

 

A Napoli in via San Pietro a Majella n.32/33, accanto all’omonimo Conservatorio di Musica, c’è l’antica Libreria
Colonnese, un punto di riferimento per tutti coloro che amano i libri.
Il locale non è immenso come, ad esempio, la Feltrinelli della Stazione Centrale di Napoli o di Piazza dei Martiri;
ha, però, una caratteristica personale: l’odore-atmosfera che avvolge il cliente. Odore di carta stampata, atmosfera
“ovattata”, eppure, al di là della porta di ingresso, c’è tutto un mondo intorno (Matia Bazar docent)…
Francesca ed Antonio sono due valentissimi Operatori Culturali sempre attivi, sempre disponibili con il cliente di
turno.
Ora Colonnese ha pubblicato “Pummarola meccanica” di Peppe Lanzetta.
Del “Charles Bukowski napoletano”, ho letto “Sognando L’Avana”, “Il cavallo di ritorno”, “Una vita
postdatata”, “Incendiami la vita”, “Pane e peperoni”, “Elogio di James Senese”, “Elogio del gigolò”, “Leggende metropolitane”, “Ridateci i sogni”, “Figli di un Bronx minore”,
“Tropico di Napoli”, “La luce sia con voi”, “Un Messico napoletano”, “Elogio di Diego Armando Maradona”,
“InferNapoli”.
Questo per far capire quanto mi piaccia il suo modo di scrivere…
Ed anche quest’ultimo suo romanzo è stato da me letto e riletto, con estrema attenzione, con sincero piacere.
Cirillo, Della Notte e Beneventano sono tre famiglie napoletane di diversa estrazione sociale, culturale, economica,
che in comune hanno varie cose a loro insaputa.
In quest’opera Lanzetta utilizza una narrazione cinematografica, avvincente, tanto che il lettore è preso dalla prima
alla centoventiseiesima pagina.
Tutti i personaggi sono, a loro modo, protagonisti: Gianpaolo, Arturo, Maria, Annarita, Tony, Vera, Bice, Camillo,
Arnaldo, Ingrid.
Non manca la musica: Baustelle, Ricchi e Poveri, Franco Califano, Pino Daniele.
Il finale, ovviamente, non lo riporto: intendo, però, sottolineare che Lanzetta ha “italianizzato” il suo modo di
scrivere. Sempre “di pancia” ma meno slang napoletano, con una chicca finale: due pagine di puro romanticismo.

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