C’è tanta gente in piazza. Finalmente penso. La Spagna, la Grecia ed il Portogallo hanno chiamato e l’Italia ha risposto. Finalmente. Sarà stato l’ultimo rapporto dello Svimez a far aprire gli occhi. Non se ne poteva più. I consumi non crescono da quattro anni, la disoccupazione reale supera il 25% e lavora meno di una giovane donna su quattro. Dal 2007 al 2011, l’industria meridionale ha perso 147 mila unità (-15,5%), il triplo del resto del Paese (-5,5%), e ha accelerato la fuga verso un Nord non più in salute di tanti giovani. Nel 2011 i pendolari di lungo raggio sono stati quasi 140 mila (+4,3%), dei quali 39mila in possesso di laurea. Ma non finisce qui. Per fine anno si dovrà prendere nota di altri disastrosi crolli: quelli del Pil (- 3,5%), dei consumi (-3,8%) e degli investimenti (-13,5%). Di questo passo, ci vorrebbero 400 anni per recuperare lo svantaggio che separa il Mezzogiorno dal Settentrione. E la crisi assume i contorni del dramma in grandi regioni come la Campania che batte tutti nella corsa alla miseria con il Pil pro capite più basso (16.448 euro). Per non parlare di quello che accade in politica. In un periodo in cui serve austerità e rigore ci sono ostriche e champagne che la fanno da padrone. Ecco c’è gente, c’è una fila interminabile chissà forse c’è qualcuno che parla, che fa un comizio, sarà una sorta di autogestione, filmente la voglia di parlare di dire di contrastare questo modo di fare …no è solo una fila di persone che vuole comprare il nuovo IPhone. Il numero 5, questa si che è la vera rivoluzione!!!!
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