Un uomo interdetto dai pubblici uffici, che non ha più elettorato attivo e passivo, ovvero non si può candidare e non può votare, ha il diritto, essendo il capo di una forza politica, di decidere su come debbano votare gli italiani. Dimenticavo ha anche il diritto di dire la sua al Capo dello Stato, che a sua volta lo deve ricevere in quanto leader politico, sulla proposta di modifica, una porcata, del Senato della Repubblica. Tutto surreale, ma vero. Accade in Italia, nel mio paese. Ora ho capito perché viene definito Bel paese. E poi dicono che ci mandano a quel paese… secondo me fanno bene! Prendersela solo con Berlusconi è come sparare sulla croce rossa. Le responsabilità sono anche del partito di maggioranza relativa, del suo leader che in nome del fare rischia di fare ulteriori danni ad un paese, il nostro, che ha bisogno di trovare e cercare nuove strade. Il governo del fare, la corsa per fare, e compagnia bella mi sa di aver già visto e sentito troppo volte queste parole. I risultati? Sono sotto gli occhi di tutti. Non ho mai considerato il tg4 un tg, ma il servizio mandato in onda la scorsa settimana, ironico al punto giusto, descrive in modo condivisibile la corsa di Renzi. Matteo Renzi come Forrest Gump: tutti quei richiami alla “corsa”, al bisogno, per l’Italia e per il governo, di “correre”, hanno richiamato alla mente il personaggio del pluripremiato film del 1994 diretto da Robert Zemeckies. Modificare il Senato solo per dire ho modificato, ho fatto un’altra riforma mi sembra una cosa, sterile, puerile ed inutile. Cosa prevede la riforma del senato. Il senato non sarà più un organo legislativo con pieni poteri. La camera cioè potrà approvare delle leggi senza che siano approvate anche dal senato. Il senato sarà un organo consultivo e voterà le modifiche alle leggi. Al senato non sarà chiesto di votare né la legge di bilancio, né la fiducia al governo. Il senato non sarà più elettivo e i senatori non riceveranno indennità. Le riforme costituzionali, invece, continueranno a dover essere approvate da tutti e due i rami del parlamento. Del senato faranno parte gli ex presidenti della repubblica e i senatori a vita e alcuni rappresentanti delle regioni e dei comuni. Sarà composto da 148 persone: 21 nominati dal presidente della repubblica e 127 rappresentanti dei consigli regionali e dei comuni. Il senato si chiamerà senato delle autonomie e rappresenterà i poteri locali. Il ddl prevede una rappresentanza di tutte le regioni italiane. Insomma un papocchio, una sorta di dopolavoro ferroviario, che non servirà a nulla se non ad ingarbugliare ancor più una matassa già fin troppo ingarbugliata!
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