A Roma, sotto al palco dalle 8.30 alle 13.30 è stata un’esperienza meravigliosa. 100.000 in piazza a Roma, 40.000 a Palermo,35.000 a Milano, 25.000 a Bari, 20.000 a Catania, 10.000 a Cagliari…un fiume in piena, piazze troppo piccole per contenerli, “la buona scuola” unisce il dissenso. ho fatto parte del “comitato accoglienza” e sono stata in piazza del Popolo da prima mattina mentre si provavano musica, microfoni e si issavano bandiere, fino all’arrivo coloratissimo, festoso, pacifico del corteo, infinito che scende dal Pincio in due ali di gente, bandiere e slogan. Una partecipazione incredibile che da anni non si vedeva, il più grande corteo degli ultimi cinque anni che ricorda quello delle lotte operaie! tutto il popolo della scuola in piazza:insegnanti, personale ATA, genitori, studenti, ricercatori, e tutti i lavoratori che hanno espresso solidarietà al mondo della cultura, della formazione perché il futuro della scuola è un interesse di tutti. Sotto al palco vedo tanti fotografi, giornalisti, ci intervistano, vogliono sapere da noi insegnanti cosa critichiamo di questo ddl, le voci si affollano, vogliamo tutti dire che non va l’articolo 7 quello che da pieni poteri ai presidi/sceriffi, che non vanno gli albi territoriali, che non devono perdere valore gli organi collegiali conquistati a fatica più quarant’anni fa, che i precari devono essere assunti ma questo non deve “precarizzare” tutti! Spuntano pochi politici tra cui Nichi Vendola che non ha paura di essere fischiato, parla con giornalisti e soprattutto con docenti e studenti, non sale sul palco, lascia quel posto ad altri, come Landini che si confonde tra la folla, i segretari dei sindacati CGIL, CISL,UIL,SNALS,GILDA, sono lì sul palco ma lasciano la parola ai responsabili scuola, a genitori e studenti e proprio questi ultimi hanno raccolto il maggior numero di applausi perché loro è il futuro precario, loro è la scuola!. “La scuola è in rivolta perché non ne può più” dice Pantaleo, le richieste della piazza nelle loro parole: riforme, investimenti, contratto, fine precariato, abolizione presidi/sceriffi, merito…Noi ci abbiamo creduto e speriamo che qualcosa possa cambiare nonostante l’arroganza di Renzi e della Giannini. e non finisci qui! oggi e domani in moltissime scuole d’Italia i genitori non mandano i figlia scuola per non sottoporli alle prove INVALSI, questo il loro modo per sostenere la protesta dei docenti e garantire ai loro figli una scuola ancora pubblica, ancora democratica, ancora libera, una scuola dove TUTTI potranno studiare, formarsi e inserirsi nel mondo del lavoro. La vera buona scuola!
di Marcella Amato
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