Servono costruttori di pace

di Tonino Scala
Chi non dice viva la guerra è considerato un traditore: sono un traditore allora!
Le armi alimentano la guerra, le guerre.
Finanziare le guerre genera altre guerre.
La morte provoca morti.
Certo c’è un invasore, c’è chi ha il diritto dovere di difendersi. Ma finanziare la difesa non deve essere, a mio modesto avviso, l’unica strada da perseguire. Ben vengano quelli che sostengono una posizione non allineata al pensiero comune.
L’Europa non può, se vuole risolvere seriamente la vicenda, attraverso la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen in visita a Bucha e Kiev, dire: vincerete la guerra.
Non trattasi di partita di pallone, ma di guerra e l’Europa ha il diritto dovere di provare a costruire la pace non gettare benzina sul fuoco.
In un processo difficile, impossibile visti i morti sul selciato e gli orrori che tutti abbiamo visto, si può arrivare, si deve arrivare oserei dire, alla pace. Nell’interesse non solo quella parte geopolitica del mondo. Questo dovrebbe essere l’obiettivo di tutti. Per fare questo però, è necessario che ognuno delle parti in causa, chi ha ragione e chi ha torto, perda qualcosa.
Sia l’invasore, che la vittima in una pace che speriamo arrivi presto, saranno costretti a perdere un pezzo altrimenti i morti e le follie di un conflitto continueranno a macinare vite.
Manca questo, mancano costruttori.
Come sempre siamo stati bravi a semplificare tutto dividendo il mondo in chi è pro Putin e chi Pro Zelensky.
Ormai non si ragiona più a nessun livello, siamo diventati una curva da stadio permanente.
La Russia è l’invasore e questo è fuori dubbio. Putin lo considero un criminale, non solo per la guerra in Ucraina.
Zelensky prova a caricare il suo popolo che sta difendendo com’è giusto che sia il suo passato, il suo futuro, lottando nel presente.
La gente muore, questo un dato che non dobbiamo mai dimenticare.
Nella guerra la prima a perdere è la verità, la propaganda prende sempre il sopravvento.
Chi deve fare da paciere dovrebbe provare ad avere un ruolo terzo per mediare tra le parti, altrimenti la guerra continuerà e con essa la morte. Perché, come ci dice il Papa, non esistono guerre giuste.
Siamo stati in grado addirittura in queste ore a prendercela con l’Anpi. Perché? Perché continua a parlare di pace e non partecipa ai cori da stadio. Chi una guerra l’ha fatta, la conosce, non può limitarsi a prender parte, con il culo degli altri, ad una battaglia fatta di parole e prese di posizioni che non porteranno a processi di pace.
C’è bisogno di pensieri lunghi, di riflessioni, non di cori.
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