“Ci stavamo abituando a pensare – forse per la martellante propaganda del presidente De Luca – che il famigerato metodo Salerno esistesse davvero e avesse quanto meno introdotto, pur tra molte contraddizioni, una qualche discontinuità con il passato. Invece a riportarci bruscamente alla realtà provvedono le nomine al Cda della Gori, fatte con un cristallino manuale Cencelli da prima Repubblica”.
Lo afferma il coordinatore regionale di SI-Sel, Tonino Scala
”Dispiace che a fare da foglia di fico a un’operazione di grossolano consociativismo, in cui è facile individuare in modo trasparente le postazioni riservate agli azionisti di maggioranza di De Luca come a esponenti di Forza Italia, sia stato chiamato qualche esponente della società civile che si è prestato volentieri a una simile operazione”.
“Per le rilevanti implicazioni sociali che le vicende della Gori comportano, con la gestione delle risorse idriche dell’ATO3 – conclude Scala – e per la disastrosa situazione dei conti dell’azienda, indebitatissima verso la stessa Regione, ci saremmo aspettati comportamenti ben diversi rispetto a questa ansia predatrice che accomuna Pd e destra e che dallo stesso De Luca è stata chiaramente avallata. La legge regionale prevede che sia l’assemblea dei Sindaci di prossimo insediamento a nominare il Cda della Gori, ma probabilmente proprio questo si è voluto impedire con lo spettacolo indecoroso delle nomine di queste ultime ore”.
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