Termina la rassegna Stringiamoci a Corte a Striano con Buona fine e buon principio

È terminata con la presentazione del libro di Tonino Scala “Buona fine e…buon principio”  edito da cento autori la rassegna “Stingiamoci a Corte” organizzata dalla proloco di Striano. Tre appuntamenti, tre incontri, tre serate di libri, poesia e musica “dove meno te lo aspetti”: in un cortile di campagna, tra le piante di nocciola e qualche casa sparsa a fare da scenografia. È la manifestazione “Stringiamoci a corte” che è diventato un appuntamento fisso dell’estate strianese con un gruppo di ragazzi, quelli della proloco che animano un territorio che ha la necessità di risalire la china.  Quest’anno tre sono stati gli appuntamenti il primo con “Operazione Penelope” di Raffaele Cantone – magistrato e scrittore, il secondo con Raffaele Urraro e il suo “Ero il ragazzo scalzo nel cortile” e dulcis in fundo Tonino Scala con il suo “”Buona fine e buon principio” . ““Stringiamoci a Corte” è anche un modo per esprimere un modo di esserci, nella realtà sociale e culturale del paese: a modo nostro e “dove meno te lo aspetti” stare insieme con semplicità, poche spese e tanta, tanta passione” questo il commento dei giovani della proloco. Buona fine e buon principio è un viaggio nella sua Napoli, nelle sue storie che si districano nel 31 dicembre napoletano. Il giorno in cui tutto dovrà cambiare, il giorno in cui un popolo spera, poi arriva il primo, il principio e… Una città protagonista con le sue storie i suoi vicoli, le sue canzoni. Un camion che corre una canzone la colonna sonora del libro e della vita dei napoletani “Nu napulitano nun è sempe allero, nun le baste ‘o sole, tene troppe penziere. Dint’ ’a chesta gara parte sempe areto, corre tutt’ ‘a vita e ‘o traguardo è ‘na barriera”. L’autore è l’ex scugnizzo dal caschetto biondo Nino D’Angelo. una città che è un palcoscenico di vita. Napoli, le sue strade, le sue piazze, i vicoli, i personaggi, le scene singolari, i dialoghi, i monologhi … La Napoli che dal suo ventre partorisce storie indimenticabili, musiche, suoni, rumori, caos, aneliti di pace, d’amore, di vita dignitosa. È al ritmo di motivi ben noti ai napoletani “ delle strade provinciali, secondarie, di viuzze e di ogni pertugio che trabocca di gente” si snodano i fatti, si ripetono tradizioni, usi, costumi, si rinnova quel “tour de force culinario” di un Natale volutamente festoso, delle abbuffate e dei profumi delle immancabili pietanze partenopee. È il Tonino Scala, autore impegnato e creativo, che osserva, che medita, coglie momenti di vita, ascolta e descrive in modo mirabile la realtà di una città eterna. Una città madre e matrigna, in alcuni casi, ma sempre la stessa. Un orologio scandisce il tempo, è una voce, un segno inconfutabile della vita che scorre e fa rintoccare i suoi attimi, momenti della storia di un popolo verace, sanguigno col suo linguaggio forte, incisivo, immediato, talvolta rassegnato e fatalista, talvolta fortemente combattivo.

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