Ore 6,40 Castellammare stazione Fs dopo mesi ritornano i treni. È buio, iniziano ad arrivare i pendolari. Ci siamo dati appuntamento per festeggiare l’arrivo del primo convoglio dopo la chiusura. La signora che ha in gestione l’edicola all’interno della stazione, prepara il caffè. Il primo treno da Napoli dovrebbe arrivare alle ore 6,50, per ripartire alle 7,05. La stazione inizia ad affollarsi. Arrivano giornalisti, fotografi, cameraman, pendolari e curiosi: c’è tanta attesa. L’attesa di un treno “da e per”, per arrivare in nuovi lidi e per far arrivare notizie nuove, buone per una città che attende da troppo tempo una nuova novella. Un nuovo inizio per una stazione che è un pezzo di storia per il Mezzogiorno e per l’Europa. Una stazione e una tratta che hanno 170 anni. Il 9 settembre 2012, quando l’ultimo fischio è rimbombato sotto la pensilina della stazione, era perfino arrivato – dopo anni di attesa – un convoglio nuovo di zecca, ultimo acquisto di Trenitalia. Pulito, sedie comode, aria condizionata: un’illusione durata sette giorni. Poi la chiusura e l’inizio della lotta che ha visto cittadini, pendolari, associazioni e forze politiche unirsi in quella che amo definire la madre di tutte le battaglie. Erano anni che Trenitalia provava a eliminare questa tratta. Erano anni che in tanti, con sforzi, erano riusciti ad evitare questa decisione. Poi è arrivato l’eroe dei due mondi, il sindaco Bobbio, che in battibaleno ha risolto il problema. Non lavorando con tutti gli enti preposti per rendere quel servizio più efficiente, con più corse, con più fermate, con mezzi, lasciatemi dire così, più leggeri, di meno impatto e più funzionali. Non lavorando per creare una linea moderna che potesse essere una ricchezza e non un disagio, ma proponendo e ottenendo (la cosa più facile da avere) la chiusura. Cosa c’era dietro quella chiusura? Interessi, tanti interessi. Cemento, tanto cemento. Poi l’annuncio di Vetrella l’assessore ai trasporti della Regione Campania ed eccoci qui ad aspettare il treno. Fuori piove, è ancora buio, è una mattinata uggiosa. I pendolari, i manifestanti, le associazioni arrivano. La stazione inizia a riempirsi. Ci sono i nuovi orari dal 28 ottobre meno treni rispetto al passato, un modo per razionalizzare. Restano gli orari di punta, mattino e sera. In tanti comprano il biglietto, lo obliterano e aspettano. Ore 6,50 il treno non arriva, in compenso arriva una telefonata. Chi sarà mai a quest’ora? Francesco Borrelli il segretario regionale dei Verdi che ha lottato insieme a noi per ridare alla città delle acque un pezzo di storia, un pezzo di passato che il futuro per un territorio che ha bisogno di essere decongestionato da auto e cemento. È incazzato, inizia ad agitarsi. “Tonino, il treno è fermo a Torre Annunziata, a parte il fatto che è stato difficilissimo fare il biglietto a Napoli perché le macchinette automatiche non riconoscevano Castellammare. Ho comprato il biglietto all’edicola, sono salito, ho chiesto al capotreno se fermava a Castellammare dopo il suo assenso, ho iniziato a leggere i giornali. A Torre Annunziata il treno si è fermato e… non arriverà a Castellammare, problemi sulla linea dicono. Con me ci sono altri pendolari … mi stanno dicendo in questo momento che c’è un Bus sostitutivo ma …tra un’ora”. Vado dal capostazione di Castellamare che non sa nulla: anche lui aspetta il treno. “Non ci sono problemi” mi dice “arriverà a momenti”. Passano dieci minuti il treno non arriva gli utenti aspettano hanno già obliterato il biglietto. Il capostazione si scusa “c’è stato un problema sulla tratta, i treni ritorneranno dal giorno 31”. Vado a Torre con la mia auto a prendere il segretario dei Verdi e do un passaggio agli altri tre pendolari: poi dicono che le persone non prendono il treno! I pendolari, i comitati decidono comunque di festeggiare con caffè e cornetti. Fuori piove, qualcuno ha un nastro e delle forbici. È un matrimonio senza sposa(il treno) ma è comunque un nuovo inizio. Oggi si apre la stazione, mercoledì arriveranno i treni. Fuori continua a piovere è una mattinata uggiosa.
Tonino Scala
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