Ho appena finito di leggere un libro che avevo letto tanti anni fa. Era il 1994 avevo venti anni e non avevo una lira. La storica casa editrice napoletana Tullio Pironti pubblicò un bel libro “Storie e poesie di un mascalzone latino”, autobiografia di Pino Daniele, scritta in collaborazione col giornalista Mimmo Liguoro. Costava quattordicimilalire più o meno sette euro. Era una cifra per me. La mia amica del cuore Anna De Lorenzo, che abitava di fronte casa mia, stesse passioni, stesso amore per il Pinotto lo comprò. Trascorrevo gran parte del mio tempo libero a casa sua. Lì la mamma, la signora Carmela mi preparava il caffè e mi faceva mangiare dei cioccolatini che teneva in una sorta di anfora trasparente dove entrava la mia mano. Era posizionata sul mobile cristalliera, libreria della cucina. Se non ho preso il diabete in quella circostanza difficile prenderlo ora! Insieme all’anfora prendevo quel libro bianco che sembrava enorme. Oggi cento pagine sono poche, troppo poche per descrivere la poetica, la musica, le contaminazioni di Pino Daniele. Tra un caffè e un cioccolatino leggevo pagine di quel libro che sapeva di musica Blues, vicoli e pensieri. Quante giornate ad imparare con quelle chitarre da quattro soldi gli accordi delle sue canzoni: era il mib che mi fregava. Anna poi era più brava di me, sapeva suonare bene. Quei pomeriggi tra caffè, pagine di musica e cioccolata li ricordo come ieri. Son passati 20 anni o forse più e quel libro ritorna. Lo ha trovato il mio fraterno amico Emilio Vittozzi. Questa notte l’ho divorato. Erano cose che già sapevo, d’altronde la vita di Pino è tornata più volte nella mia vita nelle mie ricerche su Napoli, sulla sua musica. Questa notte però ha avuto una sensazione diversa. Non so come dire. Una sensazione bella e brutta nello stesso tempo. Bella perché ho finalmente quel libro, brutta perché leggo un pezzo di storia che appartiene già al passato. Non so se riesco a spiegarmi, è difficile questo concetto. Leggere quelle poesie, sì perché nel libro ci sono tante poesie e dire, pensare che cavolo… avrebbe potuto musicarle, forse lo ha fatto ma non le ha pubblicate, peccato non lo potrà fare più. Questo mi rende contento e triste, confuso e felice. Mentre scrivo la tastiera si è inzuppata di lacrime e pensieri. Come il libro ieri notte. Pochi istanti e il film della mia vita va in onda accompagnato da musica e parole. Le strimpellate, i dischi comprati, il primo stero in auto, il viaggio a Scario in sei in una Fiat Uno stracarica, le passeggiate in costiera. Che Dio ti Benedica, il video con Ornella Muti, pensare a lei e urlare al cielo CHE FICAAAA! Pensare ai disastri e sussurrare a bassa voce Comm’è triste e comme è amare…Gianni Minà che invita Troisi a parlare di Daniele in una trasmissione che è diventato un cult. Dimane natu juorne e noi che cantiamo Terra mia e Je so pazze. Le feste a casa di Antonio D’Auria e quel Saglie saglie cu sta sposte chine d’aglie. La chitarra e le giornate intere ad imparare Quanne chiove. Quando quando, Napule è, Anna verrà, Questa Lega è una vergogna… i concerti con la mia 2 cv Charleston a Cava, a Caserta, a San Martino Valle Caudina, a Piazza del Plebiscito. Mascalzone Latino il mio album preferito a casa ho quattro copie originali e varie pezzotte. Che soddisfazione e sentire in una sua canzone la mia Castellammare anche se si tratta solo di traffico. Il blues che prima di lui pensavo fosse il nome di un farmaco. Lo scudetto del Napoli e ‘o Sole mio seguito da vocalizi che solo lui sapeva fare un preludio prima di Bonne soiree. Un mio libro l’utilizzo di Sicily come introduzione. Poi Piazza San Giovanni a Roma, il concerto del Primo Maggio. Mi sono anche incazzato quando dopo l’ennesima crisi dei rifiuti fece quel concerto spot per il governo che aveva risolto il problema della munnezza! Ma a Pino, come alla propria amata, si perdona tutto. Poi le colonne sonore dei film del mio cuore, La Mazzetta di Corbucci, Mi Manda Picone di Nanny Loy, Se lo scopre Gargiulo di Elvio Porta, Ricomincio da tre, Pensavo fosse amore invece era un calesse, Le vie del signore sono finite dei mio Troisi fino ad arrivare a Opopomoz un cartone animato di Enzo D’Alò. Con orgoglio dissi ai miei figli, quando lo vedemmo insieme, che le musiche erano di Pino Daniele e loro: “e chi è?”, “Lo scoprirete!” Nel libro la storia scritta da Pino si ferma al 1994, il resto l’ha scritta la mia mente, il mio amore per quel Mascalzone Latino che ha deciso di lasciarci troppo presto… …è muorte a sissant’anne,’a gente diceva ca era n’ommo santo.’a gente ‘o ssaje che se ne fotte, chi è vivo è vivo e chi è muorto è muorto… Puteva campà n’at’anno, Puteva campà n’at’anno…Ci son cose che non tornano non torneranno quei caffè, o meglio il sapore di quei caffè a casa di Anna fatte con la schiumetta come solo la signora Carmela poteva e sapeva fare. Non torneranno quei cioccolatini o meglio il sapore, quel gusto sbarazzino, goliardico e romantico. Per fortuna i poeti non muoiono e la poesia, la musica di Pino resterà per sempre.
Storie e poesie di un mascalzone latino
Pino Daniele, uno dei cantautori più amati dalle nuove generazioni, si racconta.
Lungo le pagine dei ricordi si incrociano gli odori dei vicoli napoletani, i compagni di scuola, i giochi e le atmosfere musicali degli anni Settanta.
Non senza un ricordo dell’amico Massimo Troisi e la riproposta di versi e canzoni chissà quante volte cantate.
Pino Daniele
in collaborazione con Mimmo Liguoro
Formato:
978-88-7937-104-7
€ 4,90
Pino Daniele (Napoli, 19 marzo 1955 – Roma, 4 gennaio 2015) è stato un cantautore e chitarrista italiano.
Ha collaborato con molti artisti di fama nazionale e internazionale; ha suonato a Cuba e all’Olympia di Parigi, con artisti del calibro di Ralph Towner, Yellow Jackets, Mike Mainieri, Danilo Rea, Mel Collins, Wayne Shorter.
Il suo stile strumentale e compositivo è stato influenzato dalla musica rock, dal jazz di Louis Armstrong, da George Benson e soprattutto dal blues, in una sintesi fra elementi musicali e linguistici diversissimi, con vena personale e sempre controllata sul piano creativo. La sua passione per i più svariati generi musicali (da Elvis Presley a Roberto Murolo) ha dato origine a un nuovo stile personale da lui stesso denominato “tarumbò”, a indicare la mescolanza di tarantella e blues, assunti come emblema delle rispettive culture di appartenenza.
* La mia personale hit di Pino Daniele:
1) Terra mia
2) Donna Cuncetta
3) Viento ‘e terra
4) Aria
5) ‘Na tazzulella ‘e cafè
6) Napule è