Una piccola impresa meridionale

“Io credo a quello che vedo e vedo scuro intorno a me il bianco è bianco, il nero è nero nessuno m’imbroglia più io credo a quello che vedo e vedo…” le parole e le note di Sole spento, la canzone portata al successo da Caterina Caselli nella Partitissima del 1967, solo il fil rouge del bel libro-sceneggiatura e del film di Rocco Papaleo: “Una piccola impresa meridionale”. Un cast giovane e bello, Riccardo Scamarcio, Rocco Papaleo, Barbora Bobulova, Sarah Felberbaum, Claudia Potenza, Giuliana Lojodice, Giovanni Esposito, per un film che con leggerezza resta. Magnolia, interpretata dalla bella e brava attrice Barbara Bobulova, è una quarantenne ex prostituta che canta sole spento che diventerà la colonna sonora del film. Don Costantino, Rocco Papaleo, è un ex prete che viene mandato “al  confino” da Mamma Stella: si è spretato e la vergogna assale l’anziana signora. La donna ha già un grande problema da affrontare, Rosa Maria, la figlia,  ha lasciato il marito, Arturo(Riccardo Scamarcio), per scappare con un amante misterioso. Quale miglior luogo per riflettere il suo stato di prete spretato se non un vecchio faro in disuso? Ma non sarà così, quella struttura in decadenza diventerà una sorta di magnete che attirerà gente, prima fra tutte Magnolia, una ex prostituta, poi Arturo, il cornuto un po’ contento, una a dir poco stravagante ditta di ristrutturazioni composta da ex circensi per riparare il tetto del faro, ma… vi sto raccontando troppe cose. Leggete il libro, guardate il film appena uscito in dvd e poi mi direte. Un film che muove le scene, i fotogrammi su una musica jazz con tutto quello che comporta il jazz. Bello, romantico, ironico, ci sono tutti gli ingredienti per un buon pomeriggio domenicale senza calcio. Un libro dove si rincorrono i sogni traditi, dove i destini dei protagonisti, per ragioni varie e stravaganti, si incrociano, dove è forte la voglia di ricominciare una nuova vita in un luogo nuovo, ma vecchio di ricordi: il faro. Come in Basilicata Coast to Coast, Rocco Papaleo, ci parla di un viaggio, questa volta però di tipo diverso. Qui non si macinano chilometri, si è fermi, in un punto, appunto, il faro, che illumina dentro, fa riflettere. Una sorta di viaggio interiore, per ritrovare se stessi. Nessuno entra e arriva alle ultime scene, ultime pagine, allo stesso modo: questo viaggio cambia. Un libro-film che racconta senza retorica, con ironia, come un raggio di sole, la brezza del mare, una canzone stonata possono cambiarti la giornata, talvolta la vita. Una sorta di favola dove diventa bello anche il funerale di un genitore, come se esistesse il funerale dei sogni. La diffidenza, la solidarietà, la tenerezza, l’invadenza e la voglia di condivisione gli uni con gli altri: una piccola impresa collettiva. Un viaggio dentro i sentimenti e le disillusioni, contro i pregiudizi, le apparenze, i giudizi altrui. Il faro, il viaggio, illumina e cambia questi bei personaggi.

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