UNA VAGONATA DI ENTUSIASMO GIOVANILE, DI LEGALITA’, DI RICORDI…

Venerdì 26 maggio, presso la Stazione di Montesanto dell’ex Cumana, si è tenuto un momento di ricordo di Pietru Birladeanu, Vittima innocente della camorra, ucciso nella stazione a lui intitolata otto anni or sono.

Il Presidio Vomero-Arenella di LIBERA, da tre anni ne tiene viva la memoria con iniziative semplici ma sempre ricche di significato.

Quest’oggi la manifestazione si è tenuta al piano superiore, proprio dinanzi ai quattro binari, per coinvolgere anche i passeggeri in attesa dei treni: gli alunni di alcune classi dei Licei “Jacopo Sannazaro” ed “Adolfo Pansini” di Napoli hanno ricordato lo sventurato fisarmonicista extracomunitario attraverso disegni, monologhi, poesie e canzoni. Nel frattempo cordiali ragazzi e sorridenti ragazze distribuivano a tutti un volantino dal significativo titolo “sai chi è Petru Birladeanu? sai che questa stazione dal 2016 porta il suo nome?”.

Otto anni fa il drammatico omicidio, un anno fa l’intitolazione della stazione, quest’anno si continua a parlare di Petru per la costruzione di una memoria collettiva e condivisa.

Petru era un Uomo che si guadagnava da vivere suonando la fisarmonica sui treni dell’ex Sepsa. Il 26 maggio 2009, all’età di 33 anni, ha perso la vita nella stazione di Montesanto: otto uomini, a bordo di quattro moto, quel funesto giorno spararono per dimostrare di avere in pugno tutto il territorio, piazza Montesanto e stazione compresi. Due di quei proiettili colpirono Petru, Vittima innocente di camorra! E’ morto davanti ai tornelli della stazione, tra le braccia della moglie Mirela, nella paura e nell’indifferenza di tutti…

La manifestazione di oggi è terminata con un appassionato discorso di Maria Teresa Nicastro, Studentessa Universitaria, Referente del Presidio di LIBERA Vomero-Arenella, che con parole accorate, sincere, sentite ha spiegato il significato dell’intera riuscita manifestazione, terminata con un mazzo di fiori deposto dinnanzi la teca che conserva la fisarmonica di Petru.

 EMILIO VITTOZZI

(Foto di Ferdinando Kaiser)

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