A Portici, nella frequentatissima Via Diaz, c’è la “Libreria Libridine”. Piccola ma accogliente, con una sala per presentazioni di libri o letture per bambini (dove, probabilmente, sarà presentato il libro “Quella sporca dozzina”, scritto da me e da Tonino Scala…). Sul marciapiede attiguo, i Titolari installano bancarelle di libri usati, che espongono all’apertura della libreria. In una cassetta di legno, fra tanti testi, ho trovato “Una vita postdatata” di Peppe Lanzetta. Inutile dire che subito me lo sono… “regalato”. Perchè? Ma perchè amo Peppe Lanzetta, avendo letto, credo, tutti i suoi libri. Ed anche questo non mi ha deluso, anzi. E’ un’opera che racconta, con forza e con rabbia, di una gioventù napoletana disperata, senza sogni, senza futuro. Ogni pagina del libro è una sorta di moto di indignazione, una specie di messaggio d’amore. Tutti i personaggi del libro hanno una precisa storia: fatta di amore e di odio, di fame e di sete di giustizia, di libertà, di affetti. Sullo sfondo di Cuma, Lucrino, Fusaro, Torregaveta, Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio, Marianella, Chiaiano, Pianura, c’è Rosaria, soprannominata “100 grammi” per il suo irrisorio peso, per la sua fragilità. Non sa se si prostituisce per “farsi” o se “si fa” perchè si prostituisce… C’è Michele che muore per overdose il 31 dicembre verso le 15,30 e c’è Antonella, la moglie, che si suicida un paio d’ore dopo. C’è Marco che “sbava” per Claudia Koll. C’è Gennarino e il suo primo buco a 12 anni. C’è Mario ucciso in pizzeria durante un tentativo di rapina. Ci sono Tonino ed Annamaria,violentati e rapinati mentre facevano l’amore in una 127 bianca con Eros Ramazzotti in sottofondo. C’è Alfredo il benzinaio che di notte si trasforma in Lisa Gastoni. C’è Raffaele la guardia giurata. E poi Renato, Giorgio, un’umanità variegata, colorata di una Napoli che non tutti conoscono, ma che esiste. E come se esiste… Di cui Peppe Lanzetta si fa megafono. Con una chiarezza che sfiora la crudezza.
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